Ci troviamo nella costa est della Sardegna, e più precisamente nella parte racchiusa da Cala Gonone, a nord, e dal Capo di Monte Santo, a sud.
Qui, nelle alte e maestose scogliere a picco sul mare, dove frequentemente si vede volteggiare il falco pellegrino, sono incastonate alcune fra le calette sabbiose più belle del Mediterraneo, la maggior parte delle quali raggiungibili solo via mare, o tramite faticosi ma entusiasmanti sentieri che dall’entroterra si snodano attraverso letti di fiumi in secca fino a raggiungere il mare.
Cala Gonone
Il punto di partenza ideale per raggiungere questi luoghi da paradiso è Cala Gonone, il cui porto (non a caso) è il primo in tutta la Sardegna per numero di imbarcazioni turistiche, da vere e proprie motonavi che effettuano escursioni giornaliere con pranzo a bordo, a velieri, yacht, gommoni, e imbarcazioni a noleggio di qualsiasi tipo, con o senza skipper. La mèta è sempre la stessa: sbarcare in angoli di paradiso.
L’origine di “Cala di Ispuligidenie”
Navigando da Cala Gonone verso sud troverete innumerevoli cale e spiaggette più o meno nascoste, che rappresentano veri e propri luoghi mozzafiato, come nei più bei sogni di ognuno di noi.
Più o meno a metà strada fra Cala Gonone ed il Capo di Monte Santo, compare all’improvviso uno dei posti più magici, la Cala Ispuligidenie, universalmente conosciuta come Cala Mariolu.
Oltre alla bellezza mozzafiato di questo luogo, davvero da non perdere per chiunque sia amante del mare trasparente e cristallino, quasi finto per i suoi colori fosforescenti, Cala Mariolu racchiude un aneddoto che spiega il suo nome. La traduzione letteraria del suo nome originario sardo, Ispuligidenie, è Le Pulci di Neve.
Si narra infatti che nella notte dei tempi alcuni vecchi idiomi sardi non contemplassero il nome dei colori, e allora il rosso era descritto con il sangue, il blu con il cielo, il nero con la notte, ed il bianco con la neve (nie, appunto). La Caletta è formata da piccolissimi e bianchissimi sassolini che danno al mare un colore fosforescente surreale ed una trasparenza incredibile. Questi sassolini sono talmente piccoli da sembrare pulci (Is Puligi) bianche (De Nie) ed ecco il nome sardo di Cala Mariolu: Le Pulci di Neve, ovvero Is Puligi De Nie, poi trascritto senza spazi, e diventato Ispuligidenie.
Come nasce Cala Mariolu
Il suo nome attuale invece (Cala Mariolu) risale ai primi del novecento, quando questa zona, relativamente difficile da raggiungere, era meta dei navigatori che provenivano dalla penisola per commerciare con i sardi, che vivevano per lungo tempo nelle carbonaie della costa, dove producevano il carbone che vendevano ai proprietari delle imbarcazioni, per lo più provenienti da Ponza (una antica scala a pioli metallici da cui si saliva e si scendeva con i sacchi di carbone è ancora visibile in una parte della scogliera).
Gli stessi navigatori, oltre al trasporto del carbone, approfittavano del viaggio per dedicarsi alla pesca in queste acque generose. Non avendo le ghiacciaie a bordo, il pescato, durante la notte, veniva conservato dentro apposite reti, in una grotta nella propaggine nord della Cala di Ispuligidenie, nella quale era costantemente presente uno specchio d’acqua fresca, separato dal mare da una lingua di sabbia che impediva che altri pesci predatori potessero entrare e razziare il pescato.
Peccato che questi pescatori non avessero pensato alle foche, che nel corso della notte attraversavano la sommaria barriera costituita dalla lingua di sabbia, entrando nella grotta e godendosi il succulento pasto.
Quando all’alba i pescatori scoprivano che del loro pescato non era rimasto nulla, dicevano “Qui ci sta un mariuolo”, che nella lingua napoletana rappresenta una sorta di ladruncolo, immaginando che qualche malintenzionato avesse rubato il loro pesce. Naturalmente, tutti gli equipaggi delle altre imbarcazioni venivano messi in guardia dalla presenza del suddetto “mariuolo” su quella spiaggia. Da allora questa insenatura meravigliosa ha assunto il nome di Cala Mariolu.
La Foca Monaca, che era il vero “mariuolo”, tipica delle grotte di queste scogliere, è stata avvistata per l’ultima volta negli anni ’80. Per la verità altri avvistamenti ci sono stati anche nei decenni successivi, ma si ritiene che fossero dovuti a generosi dosi di Cannonau.
Marco Baldisseri
Chief Commercial Officer
Come arrivare a Cala Gonone
- In nave al Porto di Olbia o al Porto di Golfo Aranci
- In aereo all’Aeroporto di Olbia Costa Smeralda
Dove soggiornare
- Club Esse Cala Gonone – Cala Gonone (NU)
- Club Esse Palmasera Resort – Cala Gonone (NU)
Escursioni acquistabili direttamente nelle strutture, con trasferimento gratuito al Porto di Cala Gonone per l’imbarco.